Alice nel Paese delle Meraviglie è un classico senza tempo. Reso ancor più famoso dal cartone della Disney. O dai tanti adattamenti cinematografici. Come uno dei miei preferiti, quello del regista Tim Burton.
Spinto dalla nostalgia, ho deciso di rileggere questo classico. Nonostante l’età ormai non proprio in target. Eppure, anche questa volta il viaggio è stato indimenticabile.
Alice nel Paese delle Meraviglie: trama e personaggi.
Alice nel Paese delle Meraviglie ha una trama difficile da riassumere. Soprattutto perché non ha una vera trama.

La storia inizia con un Alice annoiata su una panchina. Improvvisamente, vede un coniglio bianco con in mano un orologio da taschino. L’animale sta correndo in tutta fretta e la bambina decide di seguirlo. È così che si tuffa nella sua tana ed entra nel Paese delle Meraviglie.
Qui finisce la trama del romanzo. Perché il viaggio di Alice nel paese delle meraviglie non segue alcuna logica. È un susseguirsi di incontri ed eventi casuali. Di situazioni assurde e irreali. E di personaggi unici e bizzarri.
Proprio i personaggi sono una delle peculiarità del romanzo di Lewis Carroll. Resi certamente iconici dai film ispirati al romanzo. Il Coniglio Bianco o i Gemelli del cartone della Disney. O il Cappellaio Matto interpretato da Johnny Depp. Personaggi a prima vista bizzarri e senza senso. Ma che in realtà un senso ce l’hanno eccome.
Il significato del romanzo e dei personaggi.
Parlare di significato di Alice nel Paese delle Meraviglie può far storcere il naso. Eppure, molte delle cose inserite nel romanzo hanno un significato ben preciso. Persino la trama inesistente.

L’intero romanzo è infatti una critica alla società inglese vittoriana. Più in generale al mondo adulto. Da qui arrivano infatti i personaggi del romanzo. Ognuno con un preciso simbolismo che ne rispecchia un aspetto. Come la frenesia interpretata dal Coniglio Bianco. O la rabbia della Regina di Cuori.
Gli eventi che si avvicendano hanno anch’essi un loro significato. Su tutti, la forte critica all’istruzione nozionistica del tempo. Più volte Alice si ritrova a pensare alle sue conoscenze. Conosce infatti molte parole, anche non comuni. Ma ne ignora il significato. Ha nella testa molte nozioni di varie materie. Ma nessuna gli è mai utile in alcun frangente.
Emblematiche sono anche le poesie riportate nel testo. Apparentemente sciocche storpiature di classici del tempo. Ma in realtà opere di satira attenta e pungente. Difficili da apprezzare, senza leggerle in inglese come le aveva pensate Lewis Carroll. Motivo che mi ha fatto molto apprezzare la mia vecchia edizione. Qui erano infatti riportati i testi originali, con di seguito la traduzione.
Lo stile e la morale di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Anche lo stile di Lewis Carroll in questo romanzo è particolare. Uno stile diretto e asciutto. Quasi colloquiale. Uno stile rapido e veloce che tralascia qualunque tipo di descrizione. Aumentando quella sensazione di immersione nell’immaginazione.
Uno stile che ben si adatta al mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie. Un universo che, in buona sostanza, è la trasposizione di quello adulto del tempo. Un mondo senza senso, confusionario, in cui Alice si sente persa.
Questa è forse la caratteristica più importante del romanzo. Caratteristica che lo rende un romanzo per ragazzi. Un romanzo di crescita, come quella che Alice affronta nelle sue avventure. La ragazza si trova di fronte a cose che non capisce. Con un corpo che cambia e che quasi non riconosce. Tanto da arrivare a dire che non è più sicura di essere sé stessa.
Alice nel Paese delle Meraviglie è un romanzo fantasy che consiglio a chiunque. Anche a chi, come me, non è più un ragazzino. Perché ha la capacità di comunicare qualcosa a chiunque, al di là degli anni.
Un romanzo che ci insegna a creare una trama pur senza che si possa vedere. Che è un magnifico esempio di stile diretto e immediato. E che può essere di forte ispirazione per la creazione di personaggi fuori dagli schemi.
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Grazie e buona lettura!