American Gods è il libro fantasy di Neil Gaiman. Un romanzo famosissimo, soprattutto per l’omonima serie tv. Un romanzo che attinge a fonti e mitologie differenti e distanti. Mischiandole insieme in un’unica nuova leggenda. Scopriamo insieme la recensione di American Gods!
La trama del libro American Gods.
Protagonista della vicenda è Shadow, un carcerato con la passione per i giochi di prestigio. A pochi giorni dalla sua scarcerazione, un lutto improvviso anticipa la sua uscita. Portandolo così a incontrare il signor Wednesday. Un uomo inopportuno che gli parla come se lo conoscesse da sempre. Nonostante lo incontri per la prima volta su quell’aereo che lo dovrebbe riportare a casa.

Da quel momento, però, Wednesday non uscirà più dalla sua vita. I due affronteranno così un viaggio che li porterà attraverso tutti gli Stati Uniti. Alla scoperta della vera natura delle antiche divinità. E di quelle moderne che ne stanno prendendo il posto.
Durante il viaggio, Shadow si ritroverà immerso in qualcosa d’insensato. Di soprannaturale. Circondato da nuove e antiche divinità. Scoprirà come nascono, e come sopravvivono. Incontrerà leggende e vivrà esperienze fuori dall’ordinario. Esperienze che lo faranno maturare, aprendogli quegli occhi che ha sempre tenuto chiusi. Scoprendo cose di sé e del mondo che lo porteranno a fare scelte inizialmente impensabili.
La credibilità di American Gods.
È una delle cose che più mi ha colpito di American Gods. La capacità di Neil Gaiman di rendere tutto non soltanto credibile. Ma naturale, come se fosse tutto perfettamente normale. La presenza di Odino e Chernobog nella stessa macchina. La lotta tra gli dèi nel bel mezzo di un posto pubblico. Viaggi in altre dimensioni e altri mille eventi soprannaturali.

Tutto risulta non solo credibile, ma passa quasi inosservato. Tutto grazie al punto di vista.
Un punto di vista che è quello di Shadow, per lo più. Di una persona disillusa, che ha provato a capire qualcosa. Ma che non c’è riuscita. Così, si è rassegnata a vivere il tutto senza più fare domande. Accettando di parlare con divinità antiche di millenni. Dèi provenienti dall’antico Egitto o da chissà dove.
Nulla ha importanza, nella sua testa. Così accade anche in quella di noi lettori. Quando si incontrano le divinità, ci viene detto soltanto quello che Shadow può vedere. La loro esteriorità, il loro carattere, i loro difetti.
Non ci viene data alcuna spiegazione sulla loro identità. A volte la si intuisce attraverso delle parole. A volte attraverso le loro azioni. A volte, semplicemente non si capisce. E proprio questo ci fa credere a tutto quello che leggiamo. Il non capire nulla. Ci ritroviamo proprio nei panni di Shadow. Andiamo avanti, aspettando che qualcuno ci spieghi cosa stia succedendo.
Le anticipazioni e la coerenza.
Un’altra caratteristica di American Gods che ho apprezzato sono le anticipazioni. Ogni capitolo inizia con una poesia, o un detto. Poche frasi, che spesso sembrano non avere alcuna attinenza con il capitolo. Ma che ci anticipano l’umore del capitolo. Un po’ come accadeva nel romanzo Le colonne D’Ercole di Pelagio D’Afro. Senza però dare delle vere anticipazioni.

Solo un indizio su quali saranno i toni del capitolo.
Altra caratteristica fondamentale è la coerenza. Tutto in American Gods accade per un motivo. I giochi di prestigio di Shadow. Le parole del compagno di prigione all’inizio del romanzo. Il rapporto di Shadow con gli abitanti di Lakeside. Le loro storie. Tutto ha un suo ruolo ben preciso nel romanzo di Neil Gaiman. Nessuna domanda viene lasciata in sospeso. Ogni gancio narrativo trova poi il suo sviluppo.
Un’accortezza che contribuisce a soddisfare il lettore. Perché da subito è costretto a fidarsi. A leggere quanto accade senza capire, aspettando una spiegazione. Spiegazione che alla fine arriva, svelando risposte anche a domande non consapevoli. Appagando il lettore, che capisce di aver fatto bene a fidarsi dell’autore.
La mitologia in American Gods.
Menzione speciale merita la gestione della mitologia in American Gods. Una gestione nuova e originale. In cui alle divinità viene dato un peso nuovo e diverso. Neil Gaiman sviluppa un’idea della divinità da sempre nota. Quella della necessità di essa che l’uomo creda in lui. E la porta a un nuovo livello, rendendola la base di uno scontro senza precedenti.

Ci fa conoscere delle divinità diverse dal solito. Non esseri con poteri particolari. Soltanto vecchi decrepiti e persone che vivono di ricordi. In ogni personaggio si vede la sua storia. La si sente, anche quando nessuno ce la racconta.
Anche se non sapessimo chi fosse Chernobog, intuiremmo la sua natura. E così per tante altre divinità e leggende.
Sì, perché non ci sono solo gli dèi in American Gods. Personaggi mitici e leggendari si uniscono alle divinità. Portando con sé anche loro la propria storia. Dando vita a un mondo unico, in cui ogni credenza è rappresentata. Anche quelle più moderne.
La deificazione del mondo moderno completa infine il quadro. Dove tecnologie e strumenti diventano divinità. Ognuna con le sue caratteristiche, umane e divine. Con i propri difetti e le proprie sicurezze.
Tutto quanto crea un mondo unico spalmato per tutti i territori degli Stati Uniti.
L’accuratezza geografica di Neil Gaiman.
Una recensione di American Gods non poteva trascurare questo elemento. Forse il dettaglio più di spicco dell’intera opera. Elemento fondamentale nel romanzo è infatti il viaggio. Un viaggio di crescita, ovviamente. Ma soprattutto un continuo spostamento fisico. Un viaggio preciso che porta i personaggi ad attraversare tutta l’America.
Neil Gaiman ha tracciato un percorso preciso in tutto il libro. Un percorso che attraversa L’America e le sue attrazioni. Portandoci in luoghi storici e diventando quasi un libro di viaggio.
Le descrizioni dei luoghi visitati sono precise. Dettagliate, pur mantenendo quel tono di superficialità del romanzo. Potremmo creare una mappa di Lakeside. Calcolare l’intero tragitto percorso da Shadow e Wednesday.

Questo cala una trama così irreale in uno scenario preciso e attuale. Creando così quel contrasto che rende il tutto ancora più credibile.
La recensione di American Gods non poteva che essere positiva. Un romanzo fantasy originale e avvincente. Un libro dal quale noi scrittori possiamo prendere molti spunti. Da cui imparare a seminare le pagine di quegli elementi indispensabili per la conclusione. O permeare il nostro libro di un’atmosfera precisa. Una che renda il tutto credibile e avvincente, proprio come l’opera di Neil Gaiman.
E voi, avete letto il libro di American Gods? Cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti e condividete l’articolo con i vostri amici lettori!
Buona lettura e buona scrittura!