Diario di un killer sentimentale è un romanzo breve del famoso autore cileno. Un romanzo di poche pagine, leggibile in un paio d’ore. Ma che racchiude in sé molti elementi degni di nota. Elementi che sottolineano il genio dell’autore recentemente scomparso. Analizziamo insieme questo capolavoro con questa recensione.
Diario di un killer sentimentale: trama.

La trama del Diario di un killer sentimentale è molto semplice. Ci racconta di questo killer, di cui nemmeno sappiamo il nome. Del suo lavoro, di quel nuovo incarico che gli è stato affidato. E di come la sua vita privata complichi il tutto. Rendendo quell’incarico una questione personale. Tanto da metterlo di fronte alle sue debolezze. E a delle scelte difficili.
Una trama semplice, quindi. Dove più che l’azione, a farla da padrone sono i pensieri del killer. O meglio, i dialoghi con quell’uomo che gli assomiglia. L’uomo che lo guarda dallo specchio. Senza mai perdere occasione di criticarlo. Ma capace anche di guidarlo e consigliarlo.
Il contrasto nel diario di un killer sentimentale.
Proprio questo elemento è per me la caratteristica più interessante del romanzo. Il Diario di un killer sentimentale è infatti il romanzo del contrasto.

Contrasto che già appare nel titolo. Killer sentimentale. Due parole in forte opposizione. Che da sole potrebbero già riassumere la trama del romanzo. Ossia di come i sentimenti influiscano sulla sua attività di killer professionista. Di come questo contrasto renda però vivo il personaggio. Vivo e credibile.
Se ci pensiamo, in tutti noi ci sono dei contrasti. Parti di noi che combattono tra di loro. Ostacolandosi e combattendosi quotidianamente.
Quindi introdurre questa caratteristica nei personaggi letterari li rende più reali. Più vicini a noi, più interessanti. Più umani.
Normalmente avremmo difficoltà a immedesimarci in un killer. Ma quel sentimentale ce lo rende vicino. Simile a noi. Persino in quella scena finale, così aspettata e temuta. Per alcuni versi inaccettabile, per altri inevitabile.
Linearità e coerenza.
Un’altra caratteristica dell’opera di Sepulveda è proprio la sua linearità. Non ci sono colpi di scena, quantomeno non particolarmente inaspettati. Dopo le prime pagine si può già intuire come andrà a finire. Un’intuizione che l’autore non nasconde. Anzi, che addirittura sottolinea in un paio di occasioni, se si rilegge attentamente il romanzo. Rendendo quel colpo di scena un evento prevedibile e atteso.

Eppure, fino all’ultimo si rimane attaccati alle pagine. Per sapere se davvero le cose andranno così. Se davvero arriverà quel finto colpo di scena. E quando arriva, non si rimane delusi.
Perché è proprio la conclusione più giusta alla storia. Perché quel killer sentimentale non poteva comportarsi diversamente. Rimane fedele al suo personaggio fino all’ultimo. Fedele a quei suoi contrasti, ma anche alla sua natura.
Questo a mio avviso è un elemento da cui imparare. Perché spesso si rischia di voler sorprendere il lettore a tutti i costi. Vediamo la sorpresa e il colpo di scena come qualcosa di essenziale.
Ma nel diario di un killer sentimentale veniamo smentiti. Sepulveda ci dimostra che un buon romanzo non ne ha bisogno. Se si costruisce bene la trama, si può ottenere un risultato anche migliore. Perché da lettore, mi piace che le cose possano andare come devono. Perché se ben raccontate e con la giusta enfasi, non risultano banali. Ma coerenti.
Il diario di un killer sentimentale è un ottimo romanzo di narrativa. Un’opera breve, che però dà molti spunti. Una lettura consigliata per la concentrazione di stimoli che nasconde al suo interno.
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Buona lettura e buona scrittura.
Nin ho letto il rimanzo ma le tue recensioni fanno semore venire la vigliandi scoprire kibri a cui non ti saresti accostato. Appena lo avrò letto ti farò sapere. Speriamo mi aiuti anche per il romanzo a cui sto lavorando. A presto
Grazie mille, spero ti piaccia, aspetto un tuo parere allora e in bocca al lupo per il tuo prossimo romanzo!