Dietro la maschera di Pasquale Dente è il primo romanzo pubblicato dall’autore. Un romanzo ambientato ai giorni nostri, quelli della pandemia. Un’ambientazione che ha fatto fiorire storie e narrazioni spesso simili tra loro. Ma dalle quali Dietro la maschera si differenzia per un particolare importante. Qui, il virus è soltanto un elemento dello scenario, mentre a essere protagonista è la stessa storia narrata.
Dietro la maschera di Pasquale Dente: trama.

Dietro la maschera di Pasquale Dente racconta la storia di Lucia. Giovane infermiera napoletana, la conosciamo mentre è in vacanza in Egitto nel febbraio del 2020. Lavora come infermiera a Bergamo, elemento che fa subito immaginare i toni del racconto al lettore. Ma Lucia ci mostra rapidamente in maniera diversa da come potremmo aspettarci. Non è un’eroina, una persona devota al lavoro e alla sua missione. È una ragazza semplice, di quelle che in vacanza non voleva nemmeno sentire le prime storie del virus.
Tornata in Italia, arriva in ospedale e scopre la situazione reale. Viene gettata a capofitto nella routine della terapia intensiva. Routine descritta molto bene dall’autore, grazie alle sue esperienze come infermiere. Routine che la porta a vedere arrivare persone che conosce fin troppo bene. A sapere di persone vicine che si ammalano. A temere per l’incolumità propria e degli altri.
Un’escalation di difficoltà che culminerà in un evento che segnerà il punto di non ritorno. Una salvezza, che diventerà invece origine di devastazione. Conducendo Lucia a una scelta drastica, che nessuno si sarebbe potuto immaginare.
Un racconto preciso e asciutto al punto giusto.
Una delle cose che ho apprezzato di più di Dietro la maschera di Pasquale Dente è lo stile. La narrazione in prima persona al presente rende il racconto rapido. Ci lancia nei pensieri di Lucia, che è anche narratrice. Pensieri spesso lontani da quel che ci aspettiamo. Che tuttavia ci fanno immedesimare comunque. Vediamo le scene susseguirsi con velocità. Precise, ma non ridondanti.

Un altro punto di forza del romanzo è infatti l’equilibrio di dettagli forniti. Vista anche l’ambientazione, c’era il rischio di esagerare con le informazioni date. Ma l’autore è abile nel dare soltanto quelle necessarie. Dipingendo rapide immagini di quei giorni. Immagini che evocano molti ricordi, ma che non cercano di ricalcare su di essi. Rimangono soltanto elementi sullo sfondo. Piccoli eventi che contribuiscono a dipingere lo scenario in cui si snoda la vicenda. Senza però mai rubargli la scena.
Dietro la maschera di Pasquale Dente, una morale diversa (e migliore).
Dietro la Maschera di Pasquale Dente ha poi un fattore che per me è stato determinante. Che mi ha fatto veramente apprezzare il libro.
Una morale diversa, che non inseguisse i soliti canoni delle opere nate nel periodo della pandemia.

La protagonista che conosciamo non viene dipinta come un’eroina, anzi. È subito chiaro come sia una persona normale. Con i suoi difetti e le sue debolezze. Con una morale tutta sua. Con delle idee e dei desideri che spesso non coincidono con la morale comune.
Il vero senso del libro, anzi, è proprio ricordare che quelle persone sono esattamente questo. Persone. Donne e uomini che svolgevano il proprio lavoro, come sempre. Nelle stesse condizioni di sempre. Condizioni dure, che nemmeno quest’improvvisa notorietà avrebbe cambiato.
Proprio questo è il filo che ci accompagna alla conclusione del racconto. Una conclusione che abbandona la storia e la pandemia. Perché ad essere protagonista del libro non è il virus. Ma Lucia, una persona che reagisce a quanto la vita le mette davanti.
Dietro la maschera di Pasquale Dente è un ottimo romanzo di esordio. Scritto con un bello stile e un bell’esempio di narrazione al presente in prima persona. Una storia che non affonda nel pesante scenario in cui prende vita, ma mantiene sempre il controllo. Una morale che non cade nel banale e nel facile sentimentalismo. Ma anzi, si fa provocatoria e spiazzante. Un’opera che ci fa riflettere in maniera diversa su quanto accaduto negli ultimi anni.