Narrativa

Il ritratto di Dorian Gray, il classico della provocazione.

il ritrato di Dorian Gray

Il ritratto di Dorian Gray è l’opera più famosa di Oscar Wilde. Un classico della narrativa inglese e mondiale. Ma soprattutto, un romanzo intrigante e affascinante. Un romanzo di critica, ma ancor più di provocazione. Un romanzo dietro le cui parole si nascondono molte cose. Proprio come dietro quel quadro.

La trama del ritratto di Dorian Gray.

Dorian Gray è un giovane di bellissimo aspetto. Ci viene presentato come amico e modello del pittore Basil. Mentre conversa con il suo amico Henry, questo gli chiede di presentarglielo. Basil non presagisce nulla di buono, ma acconsente.

Dorian Gray Oscar Wilde
Foto di janeb13 da Pixabay

Henry rimane affascinato dalla bellezza di Dorian Gray. Ma soprattutto dalla sua purezza e dalla sua ingenuità. Caratteristiche che glielo rendono un modello perfetto da plasmare.

Così, di fronte al ritratto capolavoro del pittore, Henry loda il suo aspetto. Ricordandogli però che questo presto svanirà, come è destino di tutte le cose belle. Dorian si rende così conto per la prima volta di come stiano le cose. Guarda il dipinto con odio. Perché un giorno lo guarderà con disprezzo, geloso della sua bellezza.

Così, formula quella semplice preghiera. “Se soltanto fossi io a rimanere giovane e fosse il ritratto a invecchiare!” esclama di fronte al dipinto. Aggiungendo che per questo darebbe anche l’anima.

Da quel momento, Henry prende Dorian come suo esperimento. Lo guida nella ricerca del piacere. Lo sprona ad abbandonarsi ai vizi. Lo incita a cogliere il bello nell’immorale.

È così che Dorian conosce Sybil Vane. La giovane attrice lo affascina, tanto che decide subito di sposarla. Ma le cose non vanno come previsto. Così Dorian le spezza il cuore, portandola a compiere un gesto estremo. Svelando così il mistero che si cela dietro quel dipinto. Dorian lo vede cambiare al posto suo. Macchiarsi dei suoi stessi peccati. Lo vede consumato dalla depravazione. Mentre a lui non succede nulla. La sua preghiera è stata accolta. O forse, la sua maledizione si è compiuta.

La morale del ritratto di Dorian Gray.

Il ritratto di Dorian Gray è un romanzo dalla forte morale. Ogni pagina è tinta di un messaggio preciso e profondo.

La prima riflessione che mi ha stimolato è quella sulla ricerca del piacere. Una ricerca che guida costantemente Dorian. Lo porta a cercarlo nell’amore di Sybil Vane. Nell’arte, nei gioielli e nelle cene sfarzose. Nella musica e nel collezionismo. Trascorre la sua vita inseguendo mille interessi. Abbandonandoli altrettanto velocemente.

Questa ricerca lo consuma fino a corromperlo. O meglio, fino a corrompere il quadro. Una sorta di avvertimento, quello di Oscar Wilde. Su come la ricerca del proprio piacere possa portare a perdere sé stessi.

Proprio come accade a Dorian nella conclusione.

Stile e provocazione.

Il romanzo di Oscar Wilde ha uno stile tipico dell’epoca. Lo si nota dai lunghi elenchi fatti delle collezioni di Dorian. Uno sfoggio di quel nozionismo tipico del periodo. Lo stesso nozionismo criticato fortemente in Alice nel Paese delle Meraviglie. Qui invece viene mostrato e sfoggiato. Diventa un vezzo che ben si accompagna al personaggio di Dorian Gray.

Un’altra caratteristica che mi ha colpito del romanzo è la forte presenza del narratore. Questo a tratti sembra un vero e proprio personaggio. Dà la sua opinione. Interviene e giudica le vicende. Esprime un punto di vista proprio. Dando l’illusione che il romanzo sia una sorta di suo racconto. Un modo diretto per inserire nella trama delle idee.

Questa stessa cosa viene fatta con i personaggi. Soprattutto con Henry Wotton. Un personaggio che si abbandona a lunghi monologhi. Le cui riflessioni sono piene di frasi emblematiche e provocatorie. Frasi con cui Oscar Wilde vuole stuzzicare i lettori. Provocarli proprio come fa il suo personaggio.

Una nota a parte la meritano proprio i personaggi. Soprattutto le tre figure centrali. A tal proposito, proprio Oscar Wilde si esprime. L’autore dice che Basil Hallward è quello che credo di essere. Henry Wotton è come il mondo mi dipinge. Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere. Una spiegazione chiara del suo pensiero. Che ci dà una nuova chiave di lettura. Ci spinge a cercare in quei personaggi qualcosa dell’autore. A vedere nelle loro parole il suo pensiero. Rendendo l’autore stesso una sorta di personaggio del romanzo.

A mio avviso questo è un ottimo insegnamento. Perché per uno scrittore è normale mettere qualcosa di sé nei propri personaggi. Che sia una caratteristica propria o un proprio desiderio. Riversare parti di noi senza paura può rendere i personaggi più avvincenti e intriganti. Proprio come quelli del ritratto di Dorian Gray. Personaggi spesso esagerati e sopra le righe. Surreali. Ma legati alla realtà da quegli sprazzi di umanità condivisi dall’autore.


Il ritratto di Dorian Gray è un romanzo piacevole e scorrevole. Un romanzo che consiglio di leggere dopo aver letto Alice nel Paese delle Meraviglie. Perché gran parte della società mostrata in questo romanzo è proprio quella criticata da Carroll. Rendendo le letture collegate, in qualche modo. Anche se involontariamente.

Pubblicato da Lorenzo Bobbio

Scrittore e Copywriter per il web, da sempre appassionato lettore ed eterno curioso.

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